I borghi
del Cammino
Pacentro
Lungo il Cammino di Celestino il viandante potrà incontrare uno dei borghi più affascinanti d’Abruzzo che come sentinella osserva e custodisce l’intera Conca Peligna con un panorama mozzafiato a 360° su valli e monti tra i quali la Maiella ed il Morrone. Storia e tradizione sono le due parole chiave in un’atmosfera medievale che accompagnerà coloro che vi troveranno ristoro.
Cenni di storia di Pacentro
Pacentro è menzionato su documenti dell’VIII secolo grazie alla presenza dei monaci del monastero di San Vincenzo al Volturno. L’assetto urbanistico attuale inizia a conformarsi per esigenze difensive contro Saraceni e Normanni e così il castello diventò fulcro centrale del paese. Il vero periodo aureo del borgo sarà però nel XIV-XV secolo ossia nel periodo in cui dominava la famiglia Caldora. Il castello e la storia di Pacentro sono legate inesorabilmente a Giacomo Caldora, uno dei più grandi capitani di ventura del tempo ed a suo figlio Antonio. Poi si susseguirono diverse famiglie come Cantelmo, Orsini e Colonna. Anche a Pacentro troviamo storie di briganti nell’Italia post unitaria fino a quando non giunse l’epoca della grande emigrazione che, tra i suoi protagonisti, ebbe anche i nonni di Maria Ciccone in arte Madonna, nota cantante internazionale. Oggi il Paese rivive i suoi fasti antichi nel turismo con le sue affascinanti atmosfere medievali di storie, miti e leggende.
Cosa visitare
Uno dei tratti caratteristici del borgo sono sicuramente le torri quadrate del castello di Cantelmo-Caldora che svetta alla sommità del paese, costruito a protezione dell'abitato e della Valle Peligna. Incamminarsi lungo l'articolata rete delle sue stradine è come viaggiare indietro nel tempo: la sua struttura, tipicamente medievale, è ben conservata e lo rende uno straordinario esempio di museo a cielo aperto. Incontrerete così la graziosa Piazza del Popolo, con la sua incantevole fontana seicentesca e la chiesa di Santa Maria Maggiore. Continuando arriverete fino al castello, una delle strutture fortificate meglio conservate in Abruzzo. Parte della fortezza, così come una delle due torri, è stata ristrutturata nel corso degli anni ed è oggi visitabile su prenotazione. La passeggiata permette di scoprire anche luoghi che raccontano della vita di un tempo nel paese come I Canaje, l'antico lavatoio pubblico dove le donne si recavano, da ogni punto del paese, trasportando sulla testa le caratteristiche uaccile (i catini di rame).
Particolare è invece la Preta tonna, o pietra dello scandalo, un'enorme pietra incavata utilizzata come antica unità di misura del grano, sulla quale i debitori insolventi erano obbligati a sedere nudi davanti ai passanti, come forma di pubblica umiliazione.
Lo sapevi che
Nella prima domenica di settembre a Pacentro si festeggia la Madonna di Loreto. Come per tante feste dalla lunga tradizione, anche qui i riti ed i festeggiamenti mescolano sacro e profano con la “Corsa degli Zingari”. La corsa è una gara a piedi nudi su un sentiero ingaggiata dai ragazzi del paese. Il termine zingaro veniva infatti usato un tempo per definire una persona non ricca che andava in giro scalza perché non poteva permettersi le scarpe o nudo e vestito di stracci. Si parte un roccione che si trova di fronte al paese per poi correre scalzi sul terreno fino ad arrivare alla chiesa della Madonna Di Loreto. La corsa dura pochi minuti, ma potete ben immaginare come si riducano i piedi dei partecipanti. Il vincitore fino a poco tempo fa veniva premiato con uno scampolo di stoffa che serviva per confezionarsi un abito.
Roccacaramanico
Il Cammino di Celestino, dopo aver varcato Passo San Leonardo, attraversando faggete e grandi paesaggi contornati dalla Maiella e dal Morrone giunge al piccolo borgo incastonato tra le rocce: Roccacaramanico, ove il silenzio della Natura percorre le strette vie abbandonate dagli uomini ma non dalle loro storie di ricordi e di passati operosi.
Cenni di storia di Roccacaramanico
Roccacaramanico è un piccolo borgo situato nella Valle dell’Orta, alle pendici del Monte Morrone, nel territorio di Sant’Eufemia a Maiella. Siamo nel cuore del Parco Nazionale della Majella e, con i suoi 1081 metri d’altitudine, l’abitato è il più alto della Provincia di Pescara. Le sue origini affondano nel medioevo quando era chiamato Castrum Rocchettae. Apparteneva al sistema difensivo e di avvistamento della vicina Caramanico anche se, dal 1929, fa parte del comune di Sant’Eufemia a Majella. Nel 1971 erano rimasti solo 20 abitanti fino a quando rimase nonna Angiolina, l’ultima abitante, oggi scomparsa, della Rocchetta . Il piccolo borgo è tornato a rivivere grazie ai turisti e coloro che per trovare la quiete hanno deciso di spostarsi, seppur in maniera temporanea, in questo luogo dal fascino straordinario.
Cosa vedere
Un cartello ci invita a visitare il borgo "Il paese è piccolo e l’auto inquina, se vuoi visitarlo scendi e cammina!". E camminando ci accorgiamo che ogni angolo ci riporta alla laboriosa comunità che un giorno abitava le vie e le case di questo luogo. A testimonianza di questo vi è il Museo Etnografico “Diana e Tamara” sito in quello che un tempo era il municipio del paese e poi la chiesa di Sant’Antonio. Il museo mostra reperti e tavole con cui sono descritte le usanze contadine degli abruzzesi. Sulla sommità del paese, dinanzi ad un grande panorama, fa da custode la Chiesa madre della Madonna delle Grazie, ricostruita nel Quattrocento e rimodellata dopo i vari terremoti.
Curiosità
Il paese, oltre per la sua straordinaria bellezza, è conosciuto per essere una località estremamente nevosa con una caduta media di circa 3m l´anno. Suo è il record mondiale ufficioso di nevosità giornaliera: il 17 dicembre 1961, infatti, caddero in 24 ore ben 365cm di neve; un evento tanto eccezionale da essere annunciato anche in televisione dallo storico meteorologo Edmondo Bernacca (per tutti gli italiani "l’uomo delle previsioni meteo").
A Roccacaramanico inoltre è presente un importante affioramento di conglomerati contenenti microfossili che segnano il passaggio tra due periodo geologici: il Miocene ed il pliocene. Questo fa del luogo un importante Geosito del Parco Nazionale della Maiella.
Caramanico Terme
Lungo il Cammino di Celestino, incastonato tra la Maiella ed il Morrone, abbracciato dai fiumi Orta e Orfento, il viandante incontra un piccolo borgo di Caramanico Terme, famoso per le sue acque termali e luogo di accoglienza, di ristoro e di partenze lungo i sentieri del Parco Nazionale della Maiella.
Cenni di storia di Caramanico
Caramanico Terme è un borgo montano con numerosi resti di epoca preromana e romana ma di origine longobarda che si predispone nell’attuale assetto urbanistico intorno al secolo X grazie alla presenza dei monaci benedettini di San Clemente a Casauria. Successivamente fece parte dei feudi di diverse casate come i Del Balzo, i Colonna, gli Arcucci ma importante per lo sviluppo del borgo la presenza della casa d’Acquino. Il borgo ebbe modo di vivere intorno al XV secolo uno dei momenti più floridi come dimostrano le numerose chiese, segno distintivo di una comunità che trovava giovamento dall’economia della montagna legata alla transumanza ed alla sua posizione strategica lungo una via commerciale importante. A questa presenza di famiglie agiate o benestanti si accostava la parte più povera della popolazione che giunse all’esasperazione subito dopo l’unità d’Italia quando il paese ed il suo territorio furono oggetto di bande ben organizzate di briganti reclutate tra la gente del posto. Dopo il periodo legato alla grande emigrazione Caramanico è diventato un centro termale di grande importanza grazie alle sue sorgenti sulfuree e, nel contempo, una porta d’accesso per la scoperta del Parco Nazionale della Maiella.
Cosa vedere
Il centro storico del borgo è costituito da piccole viuzze suggestive e chiese di notevole interesse storico artistico come quella di Santa Maria Maggiore ( XV secolo) e monumenti risalenti al periodo sia medievale che rinascimentale. Le case mura, i palazzi storici e gli straordinari panorami che contornano il visitatore rendono piacevole la sua visita insieme ai numerosi negozi di prodotti tipici della zona accompagnati dal sorriso della cordiale comunità dell’accogliente borgo. Si raccomanda anche di entrare nel Centro Visite “Paolo Barrasso”, in cui si trovano anche un museo naturalistico ed archeologico, per avere informazioni sull’accesso alla Valle dell’Orfento e sapere dove e cosa fare nel Parco Nazionale della Maiella. L’area faunistica della Lontra ed il centro recupero della fauna selvatica in difficoltà ci ricorda il rispetto verso la natura che è in continuo dialogo con la comunità di Caramanico Terme.
Lo sapevi che
Tra le feste più importanti vi è quella dei palmentieri in occasione della festa patronale del 15 agosto? Si tratta di una festa in cui sono presentati dei canestri con un’intelaiatura conica di canne ornate di rami con foglie verdi, lungo i quali si appendono le pizzelle ossia cialde di farina e uovo cotte con il ferro bivalve. Tipiche di Caramanico sono le piangozze alla pecoraia, una pasta alimentare di farina e acqua da condire con sugo di pecora magari accompagnati dalla birra artigianale del luogo.